Presentiamo l’opera “La democrazia personalista nel pensiero del cardinale Pietro Pavan (1903-1994)” di Kambalu Lourenço F., 2011, pp. 256. Publicato da Edizioni Studium – Roma.
L´Autore Lourenço Flaviano Kambalu (Missionario Salettino) laureato in Filosofia (2006), mette in luce la rilevante eredità del pensiero del Card. Pietro Pavan, uno dei “Padri” della Dottrina Sociale della Chiesa contemporanea. In tale opera si mostra la risemantizzazione del concetto di democrazia operata dal Card. Pietro Pavan nell’alveo della cultura moderna.
Indice dell’opera
Premessa di Mario Toso, SDB
Introduzione
I. La persona umana
1. Premessa
2. Il concetto di persona e la crisi che sfociò nel secondo conflitto mondiale
3. La svolta antropologica operata dal personalismo nella crisi fra le due guerre
II. Ermeneutica personalista di società, Stato e autorità
1. Il fondamento ontologico della società
2. Al di là delle forme che isolano o dissolvono l’uomo
3. Principi strutturanti della società
4. La razionalità che presiede alla nascita dello Stato e al suo stesso fine
5. Il fondamento metafisico ed etico dell’autorità politica
III. La democrazia, ambiente ideale per lo sviluppo integrale della persona
1. Accezione originaria della democrazia e suo sviluppo nel tempo
2. La democrazia nell’attuale contesto della globalizzazione
3. L’apporto del Cardinale Pietro Pavan
4. Dalla democrazia formale alla democrazia sostanziale
IV La libertà religiosa, verifica della democrazia sostanziale
1. La libertà religiosa e la consapevolezza dei propri diritti
2. Concezione realistica e personalistica della libertà religiosa
3. Libertà religiosa: diritto primario e costitutivo dell’uomo.
CRISI DELLA DEMOCRAZIA CONTEMPORANEA E SUA RISEMANTIZZAZIONE TEORICO-PRATICA IN CONTESTO DI GLOBALIZZAZIONE. (Dalla Premessa di Mons. Mario Toso SBD)
“la democrazia contemporanea… mentre da un lato assolutizza il relativismo morale e dall’altro si consegna al dogmatismo della maggioranza, può sfociare in un totalitarismo aperto o subdolo - come avverte la Centesimus annus al n. 46 - nell’assurda intolleranza nei confronti del vero bene dell’uomo, nell’esclusione dal dialogo pubblico di chi sostiene di essere in possesso di qualche verità. Si incammina, cioè, verso lo svuotamento della sua anima etica, verso forme di laicismo senescente. Allorché separa la legge morale universale dal suo fondamento ultimo, ossia da Dio, la democrazia si espone a pratiche di ingiustizia. In assenza di una legge morale, i diritti possono nascondere meri arbitrii, in palese contraddizione con la recta ratio…La società, essenzialmente unità morale e spirituale di persone libere e responsabili, esige che l’esercizio dell’autorità sia omogeneo alla dignità dei destinatari e che lo Stato sia a servizio della crescita solidale e comunitaria di cittadini relazionali, aperti alla trascendenza verso l’altro e verso l’Alto. La democrazia, personalisticamente intesa, formale e sostanziale, comporta il primato della società civile in uno Stato costantemente strutturato secondo una solidarietà decentrata e partecipata, al di là di popolarismi e direttismi. Così, richiede una laicità che non ignora ma favorisce la realizzazione del diritto alla libertà religiosa che nella sua concretizzazione storica, diventa occasione di attuazione e di verifica della democrazia sostanziale, in quanto fondamento e motore propulsivo del suo dinamismo etico, rivolto al bene comune e allo sviluppo integrale di tutti”.